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LA GUINEA BISSAU




LA GUINEA BISSAU – AFRICA OCCIDENTALE
• Superficie: 36.000 km
• Popolazione: 1.300.000 abitanti
• Capitale: Bissau (400.000 abitanti)
• Indipendenza: 24 settembre 1973
• Tasso di crescita annuale: 2/3%
• Tasso di fecondità: 6
• Mortalità infantile neonatale: 150 su 1000
• Prima dei 5 anni: 250 su 1000
• Speranza di vita: 43 anni
• Medici: 120
• Dentisti: 3
• Farmacisti: 3
• Infermieri: 700
• Tasso di analfabetismo tra gli adulti: 70%
• Moneta: franco francofono
• PNL pro capite: 250 dollari
• Debito estero pro capite: 859 dollari
• Lingua: portoghese (ufficiale), creolo e lingue etniche
• Religione: tradizionale (animismo), islamica e 12% cattolic


IL PAESE E IL TERRITORIO La Guinea Bissau si affaccia sulla costa atlantica, incastonata tra il Senegal e la Guinea Conakry, con una fascia costiera molto articolata e frastagliata. Gli estuari dei grandi fiumi: Ceba, Caseu, Cecine e altri corsi d'acqua minori interrompono continuamente la pianura, formando un complesso sistema di piatte isole costiere. Il territorio della Guinea Bissau comprende anche l'arci-pelago delle Bijagós, composto da 53 fra isole e isolette, alcune abitate, altre occupate saltuariamente per la coltivazione agricola, altre ancora disabitate. All'interno della regione costiera si estende una pianura, lievemente ondulata nella parte centrale, dove si innalzano, fino a 300 metri sul livello del mare, l'Altipiano di Bafatà e quello di Gabu. Un quarto della superficie di questa piccola nazione africana viene periodicamente inondato da maree quotidiane. Il resto del territorio è coperto da savana tropicale e dalla foresta; quest'ultima va diminuendo a causa delle piantagioni di cajù e dell'agricoltura, che usa il metodo di tagliare e bruciare il sottobosco, per ripulirlo, prima di coltivarlo. La penetrazione all'interno del paese è veramente difficile per la quasi inesistenza di strade. Il clima della Guinea Bissau è caldo umido; le stagioni sono due: quella delle piogge (da maggio a ottobre), con una piovosità che raggiunge i 3000 mm. annui, e quella secca (da novembre ad aprile), durante la quale, i venti asciutti del Nord prevalgono su quelli umidi provenienti dall'Oceano Atlantico. La temperatura è quasi sempre superiore ai 30°C, con escursioni più alte nel periodo secco. La Guinea Bissau è costituita da vari ecosistemi: altipiani, coste, savana, foresta e deserto. Gli ALTIPIANI sono poco elevati ed hanno una configurazione quasi monotona. Sono scavati da valli profonde anche 40 metri, disegnate dai fiumi che scorrono in modo sinuoso, fiancheggiati da una foresta sempreverde. Questi fiumi rappresentano la miglior via per raggiungere l'interno della nazione. Nel regno della SAVANA, con alte erbe interrotte da acacie ombrellifere, boschetti di bambù, palme e bananeti. La COSTA è orlata da una fitta vegetazione a mangrovie, che nascondono le sponde sotto un'inestricabile rete di radici. Purtroppo in alcune zone il DESERTO avanza, soprattutto dove il clima è molto secco. FLORA Fortunatamente le FORESTE ricoprono ancora una buona parte del territorio e rappresentano una fonte di lavoro grazie all'esportazione del legname. Questa grande ricchezza naturale potrebbe esaurirsi in breve tempo, se non si ferma il costante abbattimento e incenerimento degli alberi. In Guinea Bissau ci sono vari tipi di legname, alcuni dei quali anche molto pregiati: sono state catalogate ventidue qualità diverse di essenze di legno. Il tipo di legno più utilizzato è il Cibe, una specie di palma il cui tronco è sezionato longitudinalmente in quattro parti; è materiale molto solido. Il governo ne ha regolamentato la raccolta per impedirne l'estinzione. La foresta s'insinua nella savana boscosa, dove le palme da olio s'innalzano al di sopra del manto vegetale. In alcune zone regna l'acacia che produce fiori di un colore rosso vivo. Abbondano le piante di mango, di baobab, di mogano, cajù e di fromager. Quest'ultima è una pianta maestosa, come il baobab e rappresenta il re degli alberi africani. Ha radici in parte aeree, che formano una sorta di muretti vegetali, ai piedi e attorno al tronco; purtroppo, durante la fioritura, produce il Kapok che provoca congiuntiviti. FAUNA Nella savana è facile incontrare i facoceri, soprattutto là dove vi è acqua. Questo cinghiale africano, dalla testa enorme e dalle lunghe zanne ricurve, può pesare fino a 140 Kg se è maschio, mentre la femmina ne pesa circa la metà. Vive in gruppi familiari; si nutre di graminacee e di piante basse che raccoglie utilizzando gli incisivi. Vi sono anche bufali, antilopi, gazzelle e boa. Terribile è la vipera del Gabon. Non si possono dimenticare le termiti, gli architetti della savana. Distruggono materiale vegetale morto, quindi collaborano alla decomposizione delle sostanze organiche. Non stanno quasi mai all'aperto, come invece fanno le nostre formiche, ma costruiscono lunghe gallerie fino al tronco degli alberi o alle pareti delle capanne, che così possono essere distrutte. I termitai aerei sono delle cattedrali nella savana, resistenti come blocchi di cemento; sono costituiti di tritume di legno, sabbia e grani di terra, cementati con saliva e feci. Nella foresta abbondano i volatili: galline, faraone, polli delle rocce, tortore. LE CITTA’ Il centro maggiore e capoluogo del territorio è Bissau, che conta circa 400.000 abitanti. Sorge sul largo estuario del Geba ed è lo scalo marittimo meglio utilizzabile del Paese, dato che è fronteggiato da una baia abbastanza riparata. Il porto di Bissau, non avendo adeguate attrezzature non permette alle navi di attraccare al molo; esse devono ancorarsi al largo e le operazioni di scarico sono effettuate mediante pontoni, con costi maggiori. Bissau dispone di un aeroporto che consente l'atterraggio di voli internazionali; i collegamenti aerei sono con le isole di Capo Verde e con Lisbona. Le altre città sono di minore importanza. Cacheu (al nord) è stato il primo avamposto dei portoghesi. Possiede un vecchio forte, con i cannoni inutilizzabili ancor sempre puntati e attorno ad essi alcune statue abbattute. Gabù, Catio, Farm, Monsoa, Cantchungo, Bissorà sono tutti grandi villaggi, con le strade in terra battuta e con 6000-7000 abitanti. Un cenno a parte merita Bafatà che è una cittadina di quasi 20.000 abitanti. Le Missioni di cui si occupa la nostra associazione si trovano oltre che nella capitale, a Bula, Ingorè nel nord. ETNIE In un Paese con poco più di un milione di abitanti, vivono almeno trenta gruppi etnici diversi, ognuno con una forte identità, lingua e tradizioni proprie. Per fare l'esperienza di questo intreccio di etnie basta dirigersi dalla capitale Bissau, verso il sud. Usciti dalla capitale, la strada è fiancheggiata, per chilometri e chilometri, da piantagioni di cajù. Poi c'è un improvviso cambiamento di panorama e di attività; si vedono mandrie di bovini che pascolano in mezzo a pianure. Le pianure che si estendono ai lati della strada in realtà sono risaie appartenenti ai Balantas, etnia di risicoltori, mentre il bestiame che tranquillamente vi pascola appartiene ai Fulas, etnia di allevatori seminomadi. Durante il periodo che va da dopo il raccolto, alla nuova semina, i Balantas cedono le loro risaie ai Fulas a alle loro mandrie. Anche i Balantas allevano bestiame, ma solo per i "Choro", ossia per il banchetto sacrificale indetto per la morte dell'allevatore o per commemorare gli antenati. A cinque ore da Bissau, nella zona di Empada, ci sono i Beafadas che convivono pacificamente nello stesso territorio con altre etnie: Bijagós, Papeis, Manjacos, ecc. Le case che si scorgono lungo la strada sono costruite in stili diversi: capanne grandi e rettangolari, con tre o quattro porte d'entrata; altre rotonde e minuscole collocate in ordine sparso attorno ad una più grande, con il tetto molto spiovente, che assomiglia ad un rifugio di montagna. Le maggiori etnie guineane sono cinque: i Balantas e i Fulas, con più di 100.000 unità ciascuno; i Manjacos, i Mandingas e i Papeis, che oscillano tra le 50.000 e le 100.000 unità. A questi poi si aggiungono etnie minori: i Felupes, i Bijagós, i Beafadas, i Nalus. Nonostante la diversità di tradizioni, le varie etnie vivono e interagiscono in armonia, ma senza omologarsi culturalmente. Una prova di questa unità nella diversità si avverte quando la gente, per spiegare le caratteristiche dei vari gruppi, li associa ai diversi prodotti agricoli coltivati da ciascuno. I Manjacos coltivano fagioli; i Bijagós e i Papeis producono arachidi e ricavano l'olio da palma; i Beafadas sono risicoltori e hanno molte piante di cajù; i Fulas allevano il bestiame; i Balantas hanno come base alimentare la manioca, coltivano il riso per venderlo e allevano il bestiame da sacrificare durante le cerimonie funebri e commemorative. La vita pacifica e l'armonia tra i vari gruppi vengono attribuite alla presa di coscienza dell'importanza dell'unità nazionale, coltivata nei lunghi anni della lotta armata per l'indipendenza. Fu durante questo periodo che ciascun gruppo etnico ebbe modo di sentirsi parte della nuova nazione fondata su due principi: l'eguaglianza dei diritti e la diversità culturale. Altro tassello che permette la comunicazione e crea l'unità è la lingua creola-guineana, considerata da tutte le etnie la loro lingua madre. RELIGIONI In Guinea Bissau, la religione Tradizionale africana, l'Islamismo e il Cristianesimo coesistono pacificamente da molto tempo. La popolazione che segue le varie forme di religione Tradizionale ammonta a circa il 50%, i seguaci dell'Islam vengono stimati attorno al 35%, l'altro 15% è spartito tra i Cristiani e i Cattolici. Chi segue la religione Tradizionale africana crede in un Essere Supremo, un Dio superiore a tutti gli altri esseri, creatore del cosmo, dell'uomo e di ogni vivente. È provvidente, padrone della vita e della morte. L'arrivo dei Portoghesi, oltre 500 anni fa, segnò il primo contatto dei Guineani con il Cristianesimo. Secondo gli storici, si può parlare di vera evangelizzazione della Guinea Bissau solo a partire dal 1533, quando fu fondata la diocesi di Capo Verde e Bissau, diocesi unica, per i due Paesi africani. Il primo Vescovo che resse la diocesi di Bissau fu Mons. Settimio Arturo Ferrazzetta, francescano italiano. Padre Settimio arrivò in Guinea Bissau nel 1955 con il primo gruppo di frati francescani; lavorò nel lebbrosario di Cumura per 18 anni e, nel marzo del 1977, Paolo VI gli affidò la diocesi di Bissau, appena costituita. Mons. Ferrazzetta morì improvvisamente il 27 gennaio 1999 a Bissau. Gli successe Mons. Josè Cammate Na Bissign, primo vescovo guineano. LA LINGUA La lingua ufficiale, in Guinea Bissau, è il Portoghese, però quella popolare, compresa ovunque è il Creolo. Vi sono inoltre lingue delle varie etnie, comprese solo all'interno del gruppo. Il termine "creolo" designa un sistema linguistico autonomo, formato dall'incrocio di una lingua europea con le parlate etniche di altri continenti. Il "creolo" è diffuso in America, Asia, Oceania e Africa ed è innestato su basi lessicali francesi, spagnole, inglesi e portoghesi. In Guinea Bissau si parla il creolo-portoghese, nato dalla simbiosi del portoghese con le lingue negro-africane del Paese. Nonostante che la lingua ufficiale rimanga il portoghese e ciascun gruppo etnico conservi la propria lingua madre, il "creolo" è il principale veicolo della comunicazione tra i vari gruppi che abitano in questa nazione. Dal punto di vista storico, il "creolo", come tutte le lingue vive, ha subito un'evoluzione. Il "creolo" moderno cominciò a svilupparsi durante la lotta per l'indipendenza della Guinea Bissau e, col passare dei secoli, si è arricchito di nuovi vocaboli nelle aree della politica, dell'economia e della scienza. È parlato non solo nei villaggi e dagli anziani, ma anche nella capitale e dalle nuove generazioni. Se la tradizione orale (fiabe, racconti, leggende) è estremamente ricca in Guinea Bissau, la letteratura scritta è ancora poco sviluppata. Questo è dipeso essenzialmente dalla volontà dei colonizzatori portoghesi di mantenere l'analfa-betismo più completo. Hanno lasciato, dopo la loro colonizzazione, una popolazione illetterata al 95%. Lo studio del "creolo" presenta molte difficoltà, perché per molto tempo rimase una lingua orale e mai valorizzata dai portoghesi. Tuttavia qualche opera letteraria in creolo-guineano, c'è, come le poesie di Odete Carlo Semedo, pubblicate dall'Istituto Nazionale di Studio e Ricerca di Bissau. PROVERBI IN CRIOLO Tataruga Cuma i misti badja ma i ca ten rabada. (La tartaruga vuol ballare ma non ha i fianchi) Uno vuol fare tante cose ma non ne ha le capacità. Sanchu i ca ta djuguta pa i fica si rabu. (La scimmia quando salta si tira dietro la sua coda.) Un genitore che vive male tira dietro anche i figli; dà cattivo esempio. Baga-baga i ca ta cata iagu, ma i ta massa lama. (Le termiti non vanno a prendere l'acqua, ma producono fango.) Anche se uno non ha molti mezzi, con un po' di inventiva si arrangia ugualmente. Lifanti ca ta sinti si toada. (L'elefante non sente il rumore delle sue zampate.) La gente importuna non sente se qualcuno è malcontento. Cobra cuma riba tras ca ta quebra costa. (Il serpente dice che quando si volta indietro non si rompe la schiena.) Se uno si accorge di uno sbaglio e torna sui suoi passi non si fa del male, anzi… Galinha cargadu ca sibi si caminhu i lundju. (La gallina trasportata non sa la lunghezza del cammino.) Chi è mantenuto non sa quanto costa la vita. Baca cu ca ten rabu Deus cu ta banal (È Dio che allontana le mosche dalla vacca che non ha coda.) Dio non dimentica chi non riesce a farcela da solo. Praga di buru i ca ta subi na sèu. (Le imprecazioni dell'asino non salgono al cielo.) Dio non presta attenzione agli improperi degli sciocchi. MEDICINA PREVENTIVA Le malattie endemiche più comuni sono la malaria, l'anchilostomasi, la malattia del sonno, la dissenteria e la tubercolosi. L'anchilostoma è un piccolo (1 cm.) verme cilindrico bianco che vive nell'intestino, dove si fissa grazie ad un paio di "denti". La femmina del parassita produce in media 20.000 uova al giorno; esse, raggiunta la terra umida, si trasformano in larve, le quali, a loro volta, infestano altri organismi umani penetrando attraverso la pelle. Per andare in Guinea Bissau è necessario vaccinarsi contro la febbre gialla, la malaria, il tetano, il tifo, l'epatite, il colera. È’ indispensabile avere in valigia prodotti antizanzare, antibiotici, antiinfiammatori, fermenti lattici utili per i disturbi intestinali, collirio, pomate antisettiche, compresse di sale (si suda e si perdono sali minerali), vitamine.









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Pubblicato su: 2006-11-05 (7112 letture)

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